La riva delle Sirti by Julien Gracq

La riva delle Sirti by Julien Gracq

autore:Julien Gracq [Gracq, Julien]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788800099793524
editore: L'orma editore
pubblicato: 2018-01-25T23:00:00+00:00


Arriva nell’ombra profonda,

Quello di cui i miei occhi hanno sete.

E la sua Morte è la promessa,

E la sua Croce sia il mio sostegno.

O spaventevole Riscatto!

O Segno del mio terrore!

Il ventre è simile alla tomba

Per questa Nascita di dolore…

Era trapassante, quella voce che riprendeva lo strano e funebre canto arrivato fino a noi dalla notte dei tempi, simile allo sbatter d’una vela nera su quella ricorrenza gaudiosa: quella voce saliente dalle viscere, che si riposava così ingenuamente nella lugubre tonalità del suo passato profondo. E non potevo ascoltarla senza trasalire, per quanto traspariva in essa di sordo panico. Come un uomo in pericolo di morte, cui sale alle labbra il nome di mamma, nell’istante degli oscuri pericoli Orsenna si raccoglieva nelle sue Madri più profonde. Simile al vascello nella burrasca, che presenta d’istinto la prua all’urto dei marosi, essa reinvestiva in un grido tutta la sua lunga storia, se la incorporava: in faccia all’annientamento, assumeva d’un colpo la sua alta statura e la sua intima differenza; e, forse per la prima volta, rapinato in quella veemenza terribile, io sentivo salire dalle sue profondità il timbro nudo della mia stessa voce.

Intanto il canto cessava: un silenzio più attento annunciò che l’emozione della folla aspettava ora di consumarsi in un segno intelligibile, e che l’officiante stava per prendere la parola. Io lo guardavo ora con una attenzione acuta. Portava la veste bianca dei conventi del Sud, e qualche cosa in lui, il suo sguardo miope e velato d’una dolcezza lontana e insieme di una concentrazione maniaca, richiamava quei temibili visionari, simili a carboni mezzo divorati dalla fiamma dei miraggi e dall’ardore delle sabbie, che Orsenna aveva visto sorgere tanto spesso dalla cintura dei suoi deserti. Camminando verso il pulpito, ondulava tra le due spesse file senza toccarle come una fiamma bianca; poi, quando ne ebbe saliti i gradini, il roveto di ceri lo rischiarò dal basso e fece sporgere le sue mascelle con una dura ombra da carnivoro; tutto il suo viso sembrò affiorare così sulla superficie indecisa della notte; si fece nell’assemblea un accostamento impercettibile, intimo come mani che si toccano, e io compresi che era ritornato il tempo dei profeti.

Egli ricordò dapprima in tono smorzato, dal quale trasparivano come un’esitazione o una stanchezza, il posto insigne che la liturgia conferiva a quella festività, e si felicitò, come d’un segno particolare della volontà della provvidenza, che essa si potesse celebrare in quell’anno con tutta la sua solennità tradizionale in San Damaso, «voce, fra tutte le altre voci riunite in questa notte nel coro della chiesa militante, alla quale fu sempre accordata una risonanza particolare e, nel cuore del nostro popolo, una insigne efficacia». Dopo quell’esordio senza risalto, la voce segnò una pausa, e si elevò a poco a poco più tagliente e chiara, come una lama che venga tolta lentamente dal fodero.

«C’è qualche cosa di profondamente conturbante, e per alcuni fra voi quasi una derisione amara, nel pensare che questa festa dell’attesa soddisfatta e della divina esaltazione della Speranza, ci è dato



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